domenica 27 gennaio 2013

Auguri di buon compleanno per il blog e un regalo

Un po' di giorni fa, esattamente il 13 gennaio, era il "compleanno" del blog. E' passato un anno da quando avevo deciso di aprire questo spazio. Come per molti dei propositi per il nuovo anno, l'idea di scrivere un post in quel giorno è naufragata miseramente.
Oggi, però, mentre uno splendido sole illumina la casa, ho deciso di fermarmi un attimo e di scrivere queste poche righe.
Guardando indietro è inutile dire che avrei voluto scrivere di più, intrecciare e mantenere in maniera più continuativa e profonda relazioni con il mondo della blogosfera e coltivare maggiormente i miei interessi e le mie passioni. Pazienza. E' andata così. Davanti a me c'è tutto un anno.
In qualche modo volevo comunque festeggiare, così, visto che ho una copia in più (sempre grazie al mercatino dell'usato) di "Il mio letto è una nave" di Robert Louis Stevenson.
E' una raccolta di poesie, che sono vere e proprie storie magiche che richiamano il mondo dell'infanzia, ispirate da quelle che la nutrice Cummy raccontavo ad uno Stevenson bambino. Sono poesie che mi hanno incantato e che quindi mi fa piacere condividere con qualcuno che passerà di qui. (Da leggere, perchè merita, anche la bella ed affascinante presentazione di Roberto Mussapi.)
Se, quindi, vi capita di leggere questo post, lasciatevi un commento. Il 31 gennaio scriverò tutti i nomi su dei bigliettini e ne farò estrarre uno alla mia bimba.
Buon compleanno alla Collina dei Barattoli!

venerdì 25 gennaio 2013

Time and Weather: a whole year round


Ieri, in questo post, ringraziavo (e torno a fare i miei ringraziamenti anche oggi) Cì (IlMondodiCì), Simonetta (LaSolitaMamma) e Monica (UnconventionalMom) per i consigli ed i suggerimenti che mi hanno dato relativamente ad alcuni libri in lingua inglese che dovrò usare per un progetto per bambini di IV della scuola primaria. Cì mi ha inoltre suggerito di partecipare al Venerdì del Libro di oggi condividendo proprio i titoli dei libri che sono stati raccolti.
I temi attorno a cui ruotano i libri che mi sono stati suggeriti e quelli che avevo trovato in precedenza riguardano il time, quindi ore, parti della giornata, giorni della settimana, mesi, stagioni, ed il weather, per cui il tempo atmosferico nelle varie stagioni, ma anche i frutti, i fiori, le piante che si possono trovare nei vari momenti dell'anno e quindi il ciclo vitale delle piante. Infine anche festività e tradizioni anglosassoni.
Mi sono stati indicati anche nursery rhymes, informazioni varie e video.
Intanto ecco i libri:
- Around the Year di Elsa Beskow
- Mother Earth and Her Children di Sybille Von Olfers
- Morning, Noon an Night di Jean Craighead George
- Listen, Listen di Phillis Gershator
- A Tree for All Seasons di R. Bernard
- The Jacket I Wear in the Snow di Shirley Neitzel
- New Treetops di Sarah Howell e Lisa Kester-Dogson
E poi...grande protagonista...Eric Carle con:
- The Tiny Seed
- Today is Monday
- The Very Hungry Caterpillar
- The Bad-Temperated Ladybird
Se qualcuno avesse altri suggerimenti, li accetto molto volentieri!!! Come ho già scritto ieri, mi sono stati accorciati moltissimo i tempi di consegna del materiale, per cui sono ancora alla ricerca di testi in lingua originale sull'argomento, in particolare sulle festività e le tradizioni anglosassoni.
Devo veramente dire grazie alla solidarietà della rete per le informazioni che sono riuscita a raccogliere.
Purtroppo oggi non riesco, per mancanza di tempo e di forze (sono ancora influenzata e senza voce), a descrivere ogni singolo libro. Spero quindi di poterlo fare nei prossimi giorni.
Con questo post partecipo al Venerdì del Libro.

giovedì 24 gennaio 2013

A volte ritornano...e più di un ringraziamento

Sono passati vari giorni dall'ultimo post e me ne rammarico. Per tutti i post che giaccioni pazienti in attesa di essere completati, per quelli che sono mollemente a riposo in qualche angolo della mia testa, per tutte le occasioni mancate di poter scrivere e per essere subito venuta meno ai propositi di inizio anno.
Qui, però, come sempre la situazione si è complicata. Io sono quasi senza voce, la mia bimba di nuovo a casa dall'asilo e poi l'ultima novità: il mio cane femmina, Moony, evidentemente seguendo le orme del suo amico ormai scomparso, Roy, ha il diabete. Come già era successo con l'altro nostro cane, è iniziato l'iter di visite, curve glicemiche, ecografie e iniziezioni di insulina due volte al giorno.
In tutto ciò, mi sono stati accorciati i tempi di consegna di parte della mia relazione finale per il conseguimento della nuova laurea per insegnare alle elementari, ahimé proprio grazie al fatto che il lavoro già consegnato si è rivelato "di qualità". Non so se esserne lieta oppure no. Questo, in ogni caso, ha complicato le cose, perchè in pochissimo tempo sono costretta a trovare materiali per il progetto didattico.
A tal proposito colgo l'occasione per ringraziare qui, pubblicamente, Cì (IlMondodiCì), a cui mi sono rivolta per consigli in merito ad alcuni testi in inglese per bambini e che mi ha donato una miniera di link e suggerimenti preziosi. Grazie davvero di cuore!
Una volta ripresa l'abitudine con le iniezioni giornaliere al cane, trovata una soluzione per la mia relazione e debellati tosse e raffreddore, spero di ritornare a perseguire i miei propositi in merito al blog ed alla scrittura in generale.
Nel frattempo, nei ritagli di tempo, mi dedico estasiata e con totale abbandono alla lettura di "Suite francese" di Irène Némirovsky.
Aggiornamento dei ringraziamenti: un grazie di cuore anche a Simonetta (LaSolitaMamma) per i consigli e un altro infinito grazie anche a Monica (UnconventionalMom) per i link, i suggerimenti, l'elenco delle festività!!

venerdì 11 gennaio 2013

Storie sotto il melo

"Storie sotto il melo" di Sigrid Heuck è la lettura che ci accompagna alla sera da un po' di tempo (un paio di mesi...) a questa parte. Lo comprai nel 2008 ed allora non era destinato a mia figlia. Faceva parte di una serie di bellissimi libri della collana Einaudi Ragazzi, che avevo trovato a un prezzo molto basso su una bancarella e che avevo comprato con l'intenzione di regalarli per Natale alla classe che avevo all'epoca. Alla fine, anche se con un po' di rammarico, ritenni più opportuno evitare di fare quel dono e così i libri rimasero a me. All'epoca ancora non sapevo che avrei avuto una figlia e, in verità, neppure ci pensavo, ma, in fondo, anche in quel momento mi ritrovai a pensare che di sicuro in futuro mi sarebbero tornati utili.
Il libro raccoglie tre storie che vede protagonisti un cavallo e un orsetto, che vivono in una casetta nel bosco, vicino ad un albero di mele. Molte parole sono sostituite dalle immagini, quasi fosse un rebus, e altre illustrazioni dai colori luminosi riempiono le pagine non dedicate alla narrazione. I disegni sono semplici nelle forme, ma ricchi di dettagli. E' consigliato dai 5 anni, ma io mi sto davvero divertendo a leggerlo con la mia bimba di 20 mesi, perchè le leggo la storia e lei la completa dicendo le parole che sono sostituite dalle immagini. E' un libro che adora e che chiama "il bosco". Spesso durante il giorno la sento raccontare le avventure del cavallo e dell'orsetto.
Grazie a questo libro ha imparato anche a conoscere nuove parole, come ghiandaia, beduino, deserto, pappagallo, marinaio, capitano, capriolo, slitta, pettirosso, palloncino e così via.
La sua storia preferita è quella che si svolge in montagna sotto la neve. E' rimasta molto colpita dai disegni raffiguranti le montagne e adesso ogni volta che usciamo da casa le indico quelle vere che si vedono in lontananza, dicendole che laggiù vivono il cavallo e l'orsetto. Lei guarda con attenzione e la bocca aperta, come se li cercasse e si aspettasse di vederli apparire tra la neve che ne ricopre le cime.
Cerco di immaginare l'effetto che un libro del genere avrebbe fatto su di me bambina. Penso mi sarebbe piaciuto fantasticare sui paesaggi che vi sono raffigurati. Da piccola adoravo le immagini in cui si vedevano paesaggi con stradine, case, boschi, perchè mi immaginavo quei piccoli mondi e la vita che vi si svolgeva e avrei voluto potermici ritrovare dentro. Per questo mi facevano impazzire quei libri che contenevano una sorta di mappa dei luoghi in cui si svolgeva la storia, come nel caso del libro "Il vento tra i salici" di Kenneth Grahame.
Tornando a "Storie sotto il melo", ho cercato informazioni sull'autrice, che pare abbia anche realizzato altre storie con questi protagonisti, purtroppo non disponibili in italiano. Non sono riuscita a reperire altre notizie su di lei, anche perchè quasi tutto era in tedesco, che io, ahimé, non conosco...
Con questo post partecipo al Venerdì del libro.

giovedì 10 gennaio 2013

Ape impazzita

Sarà la giornata. Sarò io. Non saprei dirlo. So solo che oggi sono inquieta, nervosa, elettrica. La solita ape impazzita. Non riesco a trovare pace. Non riesco a concludere niente. Banalizzo ogni mio atto e gesto. Trovo vana la metà delle cose che faccio. Il tempo mi sfugge tra le dita. Quando il mio umore è di questo tipo, solitamente preferisco non scrivere sul blog. O, meglio, non ci riesco.
Soltanto che poi mi è capitato di leggere questo post di ToWriteDown e ho deciso di scrivere due righe per ricordare comunque questo momento. Le parole di questo post mi hanno suscitato ricordi e sensazioni in parte sepolti nella mia testa.
Grazia, nel citato post, scrive:
"Restare nel momento in cui si è diventa l’unico modo sicuro di vivere: se poi lo si divide con qualcuno, con molti qualcuno, diventa più facile arrivare al momento successivo."
Oggi è un giorno che mi pesa un po' sul cuore e nella mente.Condivido allora questo momento.
Sarà forse perchè ormai la giornata volge - finalmente - al termine o forse perchè, esternando e condividendo, non solo diviene più semplice arrivare al momento successivo, ma anche si riescono ad inquadrare le cose in modo differente, a poco a poco mi sento più leggera, il cuore sembra fare un po' meno male e la testa ritorna ad essere un'ape tranquilla posata su un fiore.

mercoledì 9 gennaio 2013

Mansfield Park e il classico dell'inverno

L'altro giorno ho terminato la piacevolissima lettura di "Mansfield Park" di Jane Austen, apprezzandone, come di consueto con le sue opere, la scorrevolezza, l'acume, il dipanarsi perfetto della storia, simile al cadere dei pezzi del domino messi in fila. Jane Austen mi trasmette serenità, riempie la mia mente di un tempo e di un luogo che non esistono più e le sue opere si accordano armoniosamente al silenzio dell'inverno che invade la campagna fuori dalla mia finestra. Di lei mi colpisce sempre la modernità disarmante di certe frasi e situazioni, come pure di certi tipi umani che, nonostante il trascorrere dei secoli, sembrano essere sempre lì, annidati nel solco delle nostre esistenze. In questo romanzo vi è un'eroina protagonista, ma non emerge sugli altri, perchè la storia è corale, è un continuo entrare ed uscire di scena di vari personaggi, simile allo svolgersi di una piéce teatrale (il teatro è un tema presente anche all'interno della vicenda). Ed inizialmente non ho simpatizzato molto con questo personaggio: Fanny, così umile, ritirata, sempre pronta ad esaudire i desideri altrui, dimentica di se stessa, quasi dovesse scusarsi di esistere. Pur ritrovandovi qualche tratto della mia accondiscendenza verso il prossimo, più volte avrei voluto spronarla a reagire, a comportarsi in maniera diversa, ad essere portatrice di diversi valori e comportamenti. Una sensazione che in qualche modo mi aveva già accompagnato quando avevo letto "La Storia" di Elsa Morante (un libro che ho molto amato) e mi arrabbiavo ciecamente con Ida, per il suo fluire negli eventi senza riuscire a porre mai resistenza, senza affermarsi mai come individuo, con la sua volontà. Ma questa è, appunto, un'altra storia...
Tornando a "Mansfield Park", quanta cinica "modernità" in questa frase:
"...Una giovane, se fidanzata, è sempre più attraente di una che non lo è. E' soddisfatta di sé. Non ha più preoccupazioni per l'avvenire, sa di poter esercitare tutte le sue seduzioni senza destare sospetti. Con una donna già impegnata non si corrono rischi; non si causano danni."
O in questa (oggi da applicarsi al cinema?):
"Fortunatamente per lui l'amore del teatro è così generalizzato, e la smania di recitare è così forte nella gioventù, che le sue chicchiere non riuscivano ad attenuare l'interesse degli ascoltatori."
La Austen profonde qua e là la sua caustica ironia e guarda ai suoi personaggi con occhio tagliente e senza troppa indulgenza, mettendone in luce le ombre nascoste in un modo eccelso. Mi hanno fatto sorridere più di una volta le parole di Lady Bertram, capaci di rivelarne tutta la stupida indolenza, o quelle di Mrs Norris, tutte un affaccendarsi inutile, petulante, rivelatore di meschini interessi personali.
La mia riconciliazione con Fanny è avvenuta nella descrizione della stanza ad est, della sua "stanza tutta per sé", nelle sue emozioni di adolescente assennata, ma pur sempre adolescente, dopo il ballo, e, soprattutto, nel suo modo di essere in sintonia con la natura, che me l'ha resa così vicina per affinità di sentire, e nel suo riflettere sul potere meraviglioso della memoria.
"- Ecco la quiete, - disse. - Ecco l'armonia! Ecco qualcosa che vince qualsiasi dipinto, qualsiasi musica e che la sola poesia può tentar di descrivere. Qualcosa che potrebbe calmare qualsiasi angoscia, elevare il cuore fino al rapimento! Quando contemplo lo spettacolo di una notte come questa, mi sembra che non possano esserci né dolore, né malvagità sulla terra: e certamente ve ne sarebbe molto meno se si prestaase maggior attenzione alla sublimità della natura e se l'uomo contemplando una scena tale fosse indotto più spesso ad uscire da se stesso. - 
- Mi piace ascoltare le tue entusiastiche espansioni Fanny; è una bellissima notte, e sono assai da compiangere quelli che non hanno imparato a sentire come fai tu, che non hanno appreso fin dalla fanciullezza a gustare le gioie che ci vengono dagli spettacoli naturali. Perdono molto, moltissimo. -"
 Infine un sorriso di complicità nei confronti di questa eroina, quando ho letto questa frase:
"... ma la ricchezza rende audaci e ricerca il lusso, e una parte della sua trovò la via di una biblioteca circolante."
"Masfield Park" entra quindi a far parte dei classici che da un po' di anni a questa parte, mi ritrovo, probabilmente proprio a causa dell'intima natura dell'inverno, a leggere nel passaggio tra un anno e l'altro, così come è stato, per esempio, con gli amatissimi "I Buddenbrook" e "La montagna incantata" di Thomas Mann e con gli altri libri della Austen. I classici richiamano l'inverno, sanno di coperte calde e tazze fumanti, di cielo grigio e foglie cadute, di una neve che quest'anno si fa attendere.

domenica 6 gennaio 2013

Il potere catartico dei fumenti (o fumanti, come dice mia mamma...)

Da bambina odiavo fare i fumenti, che mia mamma chiamava e chiama "fumanti". Mi pareva di soffocare, mi sentivo bruciare il volto e mi parevano una perdita di tempo priva di alcuna efficacia. In questi giorni sono stata colta dalla più brutta sinusite mai avuta. Sono completamente chiusa, non sento alcun odore e alcun sapore, i suoni mi giungono ovattati, un generale malessere mi pervade. Purtroppo mia figlia sta male da Natale. Dopo la Vigilia, che era stata così piacevole, è iniziato il tutto ed è infine sfociato in una brutta otite. Il mio compagno non è ovviamente rimasto immune da bacilli e virus vaganti.Tutti malati qui, insomma.
Mi sono allora decisa (senza troppa convinzione, ma invitata con solerzia dal mio compagno) a dedicare qualche minuto ai famigerati fumenti con il bicarbonato ed è stata un'esperienza ristoratrice, non solo (e non tanto) del mio naso, ma, soprattutto, della mia mente.
Diversamente da quando ero bambina, mi sono goduta la pace di quel luogo ristretto che è lo spazio sotto l'asciugamano, osservando la trama della stoffa spugnosa, chiudendo gli occhi e lasciando che la mia mente si perdesse dietro ai suoi pensieri. Con un leggero girare della testa, invasa da idee confuse che prendevano forma, mi sono sentita un indiano pellerossa nella capanna del fumo, in attesa delle sue visioni. E pure le mie sono arrivate, sotto forma di personaggi e storie che sono uscite dalla mia mente e che mi hanno fatto compagnia in quel breve lasso di tempo. Qualcuno di essi sta migrando pigramente sulla carta...
Mi sto dedicando con zelo ai miei suffumigi (parola che mi suona buffa, capace di catapultarmi in un romanzo dell'Ottocento), ben tre volte al giorno. In fondo questa sinusite non è troppo male...