domenica 28 ottobre 2012

L'amico immaginario

E' una giornata di nuvole e vento. Ho il naso che gocciola e doloretti dappertutto. L'asilo ha colpito anche me. Ho resistito tenacemente fino ad oggi, mentre mia figlia ed il mio compagno erano posseduti da svariati virus influenzali. Alla fine non ce l'ho fatta. Però ci ho sperato fino all'ultimo. Ieri sera, dopo essere riuscita a mettere a letto la mia bimba, caricato la lavastoviglie e dato due crackers ormai invecchiati a Moony, il mio cane femmina, per consolarla del maltempo che infuriava fuori, sono riuscita finalmente a mettermi a letto per finire le ultime pagine di un romanzo che mi è stato prestato e consigliato qualche giorno fa da mia suocera, "L'amico immaginario" di Matthew Dicks.
E' un libro che è capitato al momento giusto, alla ripresa del II semestre di lezioni della specializzazione per il sostegno, perchè è una storia raccontata da Budo, l'amico immaginario di Max, un bambino autistico. Mia suocera mi aveva detto che si leggeva tutto d'un fiato. Io non ne ero molto convinta, perchè solitamente i romanzi che escono di recente non mi appassionano molto, ma, dal momento che i nostri gusti in fatto di libri sono molto simili, le ho dato fiducia ed ho iniziato a leggerlo.
Si legge davvero in pochissimo tempo, perchè la storia è scritta in modo scorrevole, avvincente ed è umanissima. Mi ha felicemente sorpreso. Non voglio raccontare nulla della trama, prima di tutto per non togliere la sorpresa a chi ha intenzione di leggerlo e poi perchè penso che già il fatto che sia una storia raccontata da un amico immaginario sia già sufficiente per destare curiosità.
Mi ha ricordato per alcuni versi "Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte" di Mark Haddon, che avevo letto qualche tempo fa. Ultimamente escono vari romanzi che provano a rappresentare la realtà a noi sconosciuta delle persone autistiche, spesso con il rischio di metterne in luce solo gli aspetti più eccezionali e sensazionalistici, dimenticandone la quotidianità, il vissuto doloroso e difficile delle famiglie, le difficoltà che si incontrano nell'impatto con l'ambiente sociale.
Il libro di Dicks è un romanzo, certo, ma mi è sembrato anche capace di tratteggiare quest'altra parte della realtà. Matthew Dicks è un insegnante americano (da qualche parte ho letto che è insegnante di sostegno, ma non sono riuscita ad appurarlo con certezza) e questo spiega il suo modo di descrivere la scuola, che - si capisce da come scrive - è espressione di una visione "dal di dentro". Ho scoperto che Dicks ha un suo sito ed un suo blog e che su Flickr vi sono le foto sue, di sua moglie, dei suoi figli. E questo me lo ha reso più vicino, reale, meno, insomma, "immaginario".
Dal momemto che si parla di amici immaginari è stato inevitabile pensare al mio, anzi alla mia amica immaginaria, vissuta per poco tempo, non ricordo neppure quanti anni fa di preciso. Ne rammento l'aspetto, perchè era stato preso direttamente da un episodio di uno dei miei cartoni animati preferiti, L'incantevole Creamy. Era una fata, o forse un fantasma, ed io l'avevo chiamata Vergine - non so proprio perchè - e avevo immaginato vivesse nella torre medievale del mio paese. Ricordo che un giorno ne parlai a mia nonna, indicandole la torre che si vedeva dal terrazzo di casa sua. Lei sorrise e mi chiese: "Ma tu sai cosa vuol dire vergine?". Non ho memoria della mia risposta e forse è meglio così...

Voglio annotare qui qualche frase, giusto per ricordarla:
"Ci sono due tipi di maestre al mondo. quelle che fanno finta di insegnare e quelle che insegnano davvero. e la signorina Daggerty e la signora Sera e soprattutto la signora Gosk appartengono al secondo tipo. Loro parlano ai bambini con unavoce normale, e dicono le stesse cose che direbbero a casa loro. Hanno la bacheca sempre piena di fogli e la cattedra un po' in disordine e i libri sparsi qua e là, ma i bambini le adorano perchè parlano di cose vere con la loro vera voce, e dicono sempre la verità. e' per questo che Max adora la signora Gosk. Lei non fa mai finta di essere una maestra. Lei è se stessa e basta, e questo permette a Max di rilassarsi un po'. Non c'è niente di cui aver paura con lei.
... Le maestre che fingono di insegnare non riescono a tenere a bada i bambini. Preferiscono quelli che se ne stanno seduti al loro posto e ascoltano con attenzione e non tirano mai gli elastici ai compagni. Vorrebbero che tutti i bambini e le bambine fossero com'erano loro ai tempi della scuola, ordinati e carini e perfetti. Le maaestre che fanno finta di insegnare non sanno cosa fare con i bambini come Max o Tommy Swinden ... Loro non capiscono i bambini come Max perchè preferirebbero insegnare a delle bambole piuttosto che a dei bambini veri. Usano le bacchette e i registri e le pagelle per tenere a bada gli alunni, ma nessuna di queste cose funziona davvero.
La ignora Gosk e la signorina Daggery e la signora Sera, invece, vogliono bene ai bambini come Max e Annie, e perfino a Tommy Swinden. Ti fanno proprio venire voglia di comportarti bene, e non hanno paura di dire ai bambini che stanno rompendo le scatole."
"-  ... Nessuno tratta Max come un bambino normale, ma tutti vorebbero che fosse un bambino normale, invece di essere se stesso. E nonostante questo, Max continua ad alzarsi lo stesso tutte le mattine e ad andare a scuola e al parco e pure alla fermata del bus. - 
- Per questo dici che è coraggioso? - chiede Oswald.
- Il più coraggioso di tutti - rispondo io."

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Cara Tamara,
il lungo periodo che ha riportato in chiusura mi ha molto colpita.
Traslando l'idea di fondo dello stesso, ho pensato che questo essere e fingere di essere lo si può applicare a molti ruoli. In un momento storico in cui avere un lavoro è difficile, averne uno che piace è una vera benedizione: conosco poche persone che amano veramente il loro lavoro, la maggior parte fa finta di essere qualcosa che in realtà non è, con pessimi risultati.
Conosco anche diversi genitori che giocano a fare la mamma e il papà perfetti, senza capire che la perfezione non è di questo mondo: ovviamente è una mia opinione, ovvero l'opinione di una madre molto imperfetta ;)
Spero che tu possa trovare più tempo da dedicare a questo tuo spazio condiviso, leggerti è sempre un piacere.
Grazia

PS: sono in debito com te di un libro: insettimana ti contatto via mail, e scusami per il ritardo!

Laura ha detto...

Ciao Tamara, questo tuo articolo capita a puntino, ne avevo sentito parlare di questo libro, ma ero indecisa se acquistarlo o no....ora mi sa che ci faccio un pensierino!
Grazie!
un abbraccio,
Laura

Tamara ha detto...

x Grazia: concordo sul fatto che in molti, troppi casi, si incontrano persone che fingono di essere quello che non sono, sul lavoro, nella vita. E' così difficile essere se stessi nonostante tutte le pressioni che arrivano da più fronti. Ti dirò che in qualche modo forse questo si lega anche alla mia latitanza sul blog. In questo periodo non riesco a trovare le forze ed il tempo per fare molte delle cose che vorrei e, tra queste, c'è anche il blog. In qualche modo anche qui, in uno spazio virtuale, si finisce sempre per giocare un ruolo e, quindi, per non rischiare di non essere me stessa, preferisco non forzarmi. Oddio, non penso di essermi spiegata molto bene. Forse ci scriverò un post. In ogni caso spero anch'io di riuscire ad essere un po' più presente. Dimenticavo: non ti preoccupare per il libro!!! Aspetto la tua mail, non per il libro, ma per il piacere di fare due chiacchiere.
Un abbraccio

x Laura: se ne hai modo, prendilo. E' molto scorrevole e la storia prende da subito. Spero la tua attività stia andando bene. Passo a sbirciare appena posso! Un abbraccio

maris ha detto...

Perchè leggo solo adesso questo tuo post? Mi era sfuggito il tuo...ritorno all'attività :-)
Grazie per questa segnalazione, sai che mia figlia ha problemi e il suo disturbo rientra nel cosiddetto spettro autistico (pur non essendo grave come l'autismo vero e proprio per fortuna).
Questpo libro mi sembra proprio bello. Lo cerco e spero di leggerlo presto.

Un forte abbraccio!

Tamara ha detto...

Cara Maris, grazie di essere passata! Io riesco a dedicarmi al blog un po' a singhiozzo, purtroppo. Ti ho letta, però, ma non ho avuto modo di lasciarti commenti. Mi rimetterò in pari. ;) So della tua bimba (e anche dei suoi progressi!). Se hai modo, leggi questo libro. A me è piaciuto davvero molto.
Un forte abbraccio a te!