Ogni volta finisco quindi per rammaricarmene, per pensare che non riuscirò più a risentire quell'atmosfera magica di quando ero bambina, che ormai è tutto un inutile consumismo, che ogni cosa legata al Natale è per me priva di senso e significato, che mi pesano pranzi e cene in famiglia, perchè tanto ci si può vedere anche in altri momenti dell'anno, ecc. Da quando c'è mia figlia, poi, si è aggiunta la speranza di ritrovare quell'atmosfera quando sarà abbastanza cresciuta da sentirla. Ancora fino ad oggi non ero riuscita ad aggrapparmi a questa idea con troppa convinzione. Mi sono ritrovata così quasi alla Vigilia di Natale a lamentarmi di non riuscire proprio a sentirla questa benedetta atmosfera natalizia, trovando vano ogni sforzo in tal senso. Giustamente il mio compagno mi ha fatto notare che però dovevamo impegnarci per farla sentire alla nostra piccola, perchè lei ha il diritto di conoscere questa magia così speciale che ricorre una volta l'anno. Per fare un ulteriore tentativo, giorni fa ho deciso di leggere il "Canto di Natale" di Charles Dickens, che, mea culpa, ancora mancava all'appello dei miei classici. La storia è nota. Ho iniziato quindi a leggere con la consapevolezza di quanto sarebbe successo, ma poi mi sono lasciata stupire ed ammaliare dalla vivezza, dalla bellezza, dalla colorata veridicità della descrizione della mattina del Natale Presente che lo Spirito mostra a Scrooge. Questa descrizione, da sola, è capace di far risentire in pieno l'atmosfera delle mattine di Natale della mia infanzia, quando la neve imbiancava tutto fuori dalla finestra, quando le persone che si incontravano per strada salutavano con un'allegria ed un calore ingenuo ed assurdo, seppur bellissimo, quando la tavola era imbandita e traboccante delle cose buone cucinate da mia mamma e mia nonna (su tutte i tortellini fatti in casa galleggianti nel brodo fumante), quando i pacchi colorati da scartare con indosso il pigiama ed il calore dell'aspettativa notturna erano una promessa di tesori inauditi.Ho proseguito nella lettura e l'ultimo capitolo, quando Scrooge si redime e cambia definitivamente il suo atteggiamento, è un vero tripudio di allegria. La felicità del personaggio, con il suo entusiasmo fanciullesco e folle, diviene contagiosa ed è impossibile resistervi. Almeno per me così è stato. Ed un passaggio, proprio nell'ultima pagina, mi ha molto colpito, tanto da decidere di annotarne una breve frase sulla mia lavagnetta in cucina (dopo aver deciso che d'ora in poi, invece di annotarvi sporadicamente le cose da comprare, vi scriverò sopra qualche frase che mi colpisce tratta da romanzi, poesie o altro, per poterle avere sotto gli occhi fin dal mattino). Si tratta di questo, che, a mio avviso, si commenta da sé:
"Qualcuno rise di questo mutamento, ma egli lo lasciò ridere e non ci fece caso, perchè era abbastanza saggio da sapere che nulla di buono succede su questa terra, senza che qualcuno, sulle prime, si prenda il gusto di riderne. E sapendo che tali persone sono sempre cieche, pensò che, in fin dei conti, era un bene che esse strizzassero gli occhi ghignando e non esprimessero invece i loro sentimenti in qualche altra forma meno piacevole. Del resto anche il suo cuore era tutto un sorriso, e ciò era per lui più che sufficiente."
Ieri è arrivato il Natale e posso dire finalmente che quest'anno qualcosa è forse cambiato per me. La sera della Vigilia siamo stati dai miei cognati. Purtroppo era presente solo una parte dei nonni. Eppure sono stata straordinariamente bene. E soprattutto mi si è allargato il cuore vedendo la mia piccola giocare con i cuginetti. L'anno scorso era troppo piccola. Quest'anno, invece, si rincorrevano, salivano sui gradini della scala, ridevano tra loro. La mattina di Natale lei ha scartato i suoi piccoli regali. un libro con tantissimi animali disegnati da riconoscere e nominare, il pupazzatto di Pimpi di Winnie Pooh che le piace tanto, un coccodrillo di legno da tirare con la cordicella regalatole dagli zii. Anch'io ho scartato i miei due regali. Quelli del mio compagno. Da un po' di anni a questa parte in famiglia abbiamo deciso di non farceli, ma quest'anno mi sono ritrovata a sceglierne due per il mio compagno, per poi scoprire che anche lui me ne aveva fatti un paio. A sopresa è arrivato anche un regalo da mia cognata: due deliziose tazze con dei gufetti. Mentre cucinavo i Baci di Dama ed il profumo delle nocciole inondava la stanza e mentre mia figlia giocava con i suoi nuovi giocattoli, la mia mente si è riempita dei Natali Futuri, fatti di serate come quella della Vigilia appena trascorsa, di risate e giochi fra i cuginetti, di gioia e di stupore negli occhi di mia figlia per le luci dell'albero, per i pacchi che racchiudono tesori inimmaginabili. Lo Spirito dei miei Natali Passati si è allora trasformato in quello dei suoi Natali Futuri ed io, finalmente, ho fatto pace con il mio Natale Presente.











