Qualche giorno fa, precisamente il 2 aprile, mi è capitato di rimanere affascinata dal Google Doodle del giorno ed ho così scoperto che era dedicato al 366° compleanno di Anna Maria Sybilla Merian, una naturalista e pittrice tedesca vissuta tra il XVII ed il XVIII secolo. Ho cercato quindi in rete qualche notizia in più su di lei, venendo a sapere che questa donna ha dedicato la sua vita allo studio ed alla rappresentazione degli insetti ed in particolar modo alla trasformazione dei bruchi in farfalle, realizzando numerosissime tavole e pubblicando anche volumi quale "
La meravigliosa metamorfosi dei bruchi e il loro singolare nutrirsi di
fiori", in cui illustrava gli stadi di sviluppo di 176
specie di farfalle e dei fiori di cui si nutrono. Contrariamente a tutto quanto si poteva immaginare per le convenzioni dell'epoca, nel 1699 partì con la figlia alla volta del Suriname e vi restò per due anni, dipingendo, disegnando ed approfondendo la conoscenza di fiori, frutti, piante, insetti ed animali del luogo e da tale mole di lavoro ne scaturì poi "
La metamorfosi degli insetti del Suriname". (
Qui,
qui e
qui alcuni articoli con qualche notizia in più su Anna Maria Sybilla Merian). Come non rimanere ammaliati da tale vita coraggiosa ed avventurosa e così dedita ad una grande passione? Mi hanno sempre ispirato le storie dei viaggi di esplorazione verso terre lontane, quando il mondo era ancora in parte sconosciuto e non esisteva Google Earth a farci illudere di poter conoscere ogni angolo della Terra.
E ancor più esercitano su di me attrazione le storie di quelle donne che hanno preso parte, sebbene in misura minore rispetto all'universo maschile, alle scoperte geografiche e scientifiche di terre ai confini del mondo conosciuto di allora. L'avventura viene sempre vista come una prerogativa maschile, come, molto spesso, l'indagine scientifica, lo spirito di osservazione acuto e meticoloso che ha fatto conoscere specie esotiche di piante ed animali misteriosi. Così non è. E lo spirito di avventura e di ricerca e la sete di conoscenza fanno parte dell'essere umano e non del solo genere maschile. Dovrebbe essere cosa ovvia, ma spesso purtroppo non lo è e soprattutto non lo è stato in passato.
Tutte queste notizie mi hanno riportato alla mente due libri, uno che ho letto un po' di tempo fa e l'altro che ancora attende le mie attenzioni. Il primo è "
Un giorno saprai" di Jennifer Vanderbes (di cui mi aveva attirato molto la copertina), un romanzo costruito su due trame parallele che si svolgono una nel 1912 e l'altra sessant'anni dopo nell'Isola di Pasqua .
Nel 1912 Elsa Pendleton sposa un antropologo più anziano di lei e parte con sua sorella, una ragazza autistica, per seguire il marito in una spedizione della Royal Geographic Society per studiare i maoi, le grandi teste dell'Isola di Pasqua. Sessant'anni dopo, invece, un'altra donna, una biologa americana, giunge sull'isola per verificare una strana teoria sulla rovina e distruzione dei maoi. Non ricordo nei dettagli questo libro, ma so che mi era piaciuto molto e che mi aveva appassionato per le sue atmosfere e per l'introspezione psicologica dei personaggi.
L'altro libro è "
La moglie del cartografo" di Robert Whitaker, che è, invece, una storia vera, un episodio storico dimenticato che narra di una grande avventura e di una grande storia d'amore. Nel 1735 l'Accademia delle scienze francese organizzò una spedizione in Sud America per riuscire ad accertare, attraverso complicate misurazioni, che forma avesse la Terra, ovvero se fosse schiacciata ai poli o all'equatore.
Terminata l'avventurosa missione, uno dei componenti, che in Perù aveva sposato la tredicenne Isabel, pensò di ricongiungersi con la moglie e di portarla con sé in Francia, ma, a causa di complicazioni politiche sorte in quelle terre, i due non riuscirono ad incontrarsi ed Isabel organizzò una sua spedizione per raggiungerlo. Attraversando la foresta amazzonica morirono quasi tutti i suoi compagni di viaggio ed anche lei si salvò quasi per miracolo. Il libro è la ricostruzione di quanto avvenuto, realizzata dall'autore attraverso documenti dell'epoca, resoconti e verbali della spedizione. E' una storia che mi intriga e adesso mi è finalmente venuta voglia di prenderla tra le mani e di dedicarvi la giusta attenzione.
Per approfondire il tema delle esploratrici e viaggiatrici del passato, ho scoperto, inoltre, che esiste un testo di Luisa Rossi, "
L'altra mappa. Esploratrici, viaggiatrici, geografe", che parla proprio di donne che tra Cinquecento e Novecento hanno compiuto esplorazioni e viaggi in terre lontane. Di sicuro deve essere interessantissimo.
In questa umida ed uggiosa giornata di primavera, ho buon materiale per sognare farfalle giganti, fiori multicolori, giungle lussureggianti e misteriose, lunghe traversate in mare per giungere a terre di sogno...
Con questo post partecipo al
Venerdì del Libro.