mercoledì 12 settembre 2012

Misantropia? A proposito di boschi...

Quando vado a passeggiare in mezzo alla natura, solitamente non ho voglia di incontrare altri esseri umani. Non so, forse è un attacco di misantropia? Certo, dipende da chi si incontra. Talvolta in posti sperduti, quando pensi di essere l'unico essere umano rimasto sulla terra, saltano fuori dei turisti tedeschi o, comunque nordeuropei e ti ritrovi a guardarli quasi con ammirazione. Ti viene da pensare: "Ecco, loro sì che conoscono le meraviglie del nostro territorio!"
In ogni caso, quando mi addentro tra rocce e frasche, mi piace essere sola (o meglio, con il mio compagno) e, anche se può apparire come un po' antipatico, quasi sempre non gradisco l'incontro con altri uomini, forse perchè, il più delle volte, si rivelano troppo rumorosi.
Dico questo perchè domenica, nonostante un crescente mal di testa, con il mio compagno e la mia bimba (lo so, i bambini sono automaticamente rumorosi), abbiamo deciso di fare una breve gita in un luogo che amiamo molto: la Faggeta di Soriano nel Cimino, un bosco che ricopre circa 60 ettari, in mezzo al quale spuntano grandi massi di origine vulcanica, che ha un fascino irresistibile.
E' un bosco molto particolare, dove gli alberi svettano altissimi, quasi privo di sottobosco, con massi tondeggianti che sbucano dal terreno e che sembrano stati poggiati appositamente. E' davvero un posto magico ed estremamente silenzioso. Non si sentono neppure i cinguetti degli uccelli. Solo il vento tra le fronde dei faggi. Entrare in questa faggeta è come entrare in un bosco fatato. Sembra che gli alberi ti osservino severi ed al tempo stesso benevoli mentre si cammina tra essi. Anche i massi appaiono vivi e vigili, come sentinelle che sorvegliano la cima del monte in cui culmina la faggeta.
Per me questo bosco è una specie di santuario, di cattedrale, da attraversare con rispetto, da ascoltare con attenzione.
C'è una strada che sale fino a giungere vicino alla cima del monte e lì si trova anche un parcheggio con ristorante, quindi spesso capita di trovare molte persone nei fine settimana (infatti cerchiamo sempre di andarci in momenti differenti), ma solitamente basta abbandonare il sentiero principale per riuscire a seminarle.
Domenica scorsa, ahimé, la faggeta era stata scelta da un enorme gruppo di persone giovani e meno giovani, come luogo per una festa o qualcosa di simile. Certo, non dico che non ne avessero il diritto, ma abbiamo dovuto camminare un bel po' per sentire il silenzio.
In quel momento ho avuto il mio attacco di misantropia e mi è sembrato come se il santuario fosse stato violato.
Mi ha reso particolarmente orgogliosa vedere come mia figlia, che non ha neanche diciassette mesi, abbia camminato veramente a lungo attraverso il bosco, inerpicandosi anche in salita, e come soltanto quando la pendenza era diventata davvero troppo impervia per lei, mi abbia chiesto di venire in braccio, per poi tornare a camminare da sola nel percorso di ritorno. Almeno fino ad adesso ha dimostrato di essere una provetta camminatrice.
Infine la pioggia ha scacciato tutti. Noi e la festa. Eppure è stato bellissimo riattraversare il bosco mentre i tuoni riempivano il cielo e le prime gocce iniziavano a scendere. Il monte ci scrollava via, gigante infastidito da piccoli insetti affaccendati.
Ci siamo avviati verso casa lasciandoci cullare dallo scrosciare della pioggia sulla nostra macchina. Sembrava un'avventura d'autunno e così mi sono sentita felice.
PS: A proposito di faggi... il faggio è un albero che amo molto. Da sempre ammantato da un'aura divina e probabilmente associato al dio Giove, prima di essere soppiantato dalla quercia, il faggio è un albero che ha spesso ispirato leggende e credenze popolari, tra le quali quella secondo la quale non viene mai colpito dal fulmine. Forse saremmo potuti rimanere tranquillamente a guardare la pioggia cadere tra gli alberi mentre tutti scappavano via?

2 commenti:

cristina ha detto...

é un posto magico e bellissimo, lo esprimono le foto e il bellissimo racconto di questa avventura!
Mi hai fatto venire in mente la foresta di Camaldoli e l'energia sacra di questi luoghi, un'energia che calma riportando armonia e consapevolezza!

Un abbraccio!

Tamara ha detto...

Grazie del messaggio Cristina! Non sono mai stata nella foresta di Camaldoli, ma sono andata a vedermi un po' di foto su internet e sembra davvero bellissima. Sarei curiosa di vederla dal vivo. Un abbraccio a te!