lunedì 20 agosto 2012

My hometown

Da pochi giorni sono tornata da un soggiorno con la mia piccola nella casa dei miei genitori. Per la prima volta mia figlia ha preso l'areo ed è stata una settimana senza il papà. Tornare nel paese (in Piemonte, al confine con la Liguria) in cui sono nata e cresciuta (sebbene le mie origini siano emiliane), mi suscita sempre senzazioni contrastanti. In verità non mi ci sono mai trovata molto bene a livello di stile di vita e di persone, però è qui che ho trascorso l'infanzia e i luoghi sono impregnati di ricordi e carichi di suggestioni. Per di più nelle montagne e nei boschi non lontani dal paese ho trascorso le prime vacanze con il mio compagno vari anni fa. Questi luoghi ed i loro dintorni sono quindi entrati a far parte della mia mitologia personale - credo che ognuno di noi abbia una serie di miti in cui si perde il ricordo dell'infanzia e dell'adolescenza - ed è inevitabile che ogni ritorno porti alla luce tesori sommersi di sensazioni.
Purtroppo non ho avuto modo di girare molto, perchè mia mamma è reduce da un'operazione al ginocchio e la mia presenza era più preziosa a casa, piuttosto che in giro per le colline.
Con l'occasione, però, ho potuto ridare uno sguardo alle librerie di mio padre, dove sono accatastati tantissimi libri sulla Resistenza. Mio padre, fin da piccola, sempre con il suo fare un po' brusco e taciturno, mi portava in giro per commemorazioni, tra boschi e montagne dell'Appenino ligure (a cavallo tra Liguria, Piemonte ed Emilia) ed io sbirciavo tra quei libri assorbendo nella mia mente storie e valori, che fanno oggi parte di quella mitologia personale di cui parlavo poco sopra. In questi giorni, quindi, di notte, mentre la mia bambina dormiva, io mi perdevo tra le pagine di quei libri, scrutando visi di foto in bianco e nero e osservando mappe di quelle montagne, ricercando sentieri, paesi, nomi conosciuti. Me ne sono tornata a casa con due libri sulla Resistenza che mio padre, senza rendersene conto, aveva comprato due volte. Gli ho chiesto se potevo prenderli e lui, sempre con lo sguardo sfuggente e con pochissime parole, mi ha detto di sì. Però ho visto sul suo volto un mezzo sorriso, appena accennato, uno dei suoi tipici sorrisi, di quelli che sembra non voler far vedere. Credo fosse a suo modo felice, come se quella mia richiesta fosse una sorta di frutto succoso della pianta che ha seminato tanti anni fa.

6 commenti:

a ha detto...

Era sicuramente felice Tamara. Non ho dubbi.
Portandoti "in giro per commemorazioni" sognava di trasmetterti una passione, un credo. Un pezzo della sua vita.

E tu, prendendo quei libri, hai fatto sì che il suo sogno si avverasse.

Puoi chiedere di meglio?

Anonimo ha detto...

Scusa Tamara ma ho inviato il commento con un account che non esiste!

Alessandra

Tamara ha detto...

Cara Alessandra, hai proprio ragione ed è qualcosa che un po' mi commuove. Ti abbraccio forte e ti auguro una buona estate!

maris ha detto...

Ti scrissi se non sbaglio già mesi fa che il tuo taciturno, un pò burbero papà assomiglia tanto a com'era il mio...conosco bene quei sorrisi accennati appena appena e il loro valore è immenso!
Un bacione!

Anonimo ha detto...

Ciao Tamara, che bello il tuo resoconto di una settimana di vacanza, la prima per la tua bimba lontana dal suo papà, l'ennesima forse per te per ritrovare tuo padre.
Ti mando un abbraccio caloroso ( è proprio il caso di dirlo, visto le alte temperature) dalla mia vacanza che sarà molto più lunga del previsto, e appena trovo il tempo ne racconterò con dovizia di particolari :)
Grazia

Tamara ha detto...

x Maris: cara, hai ragione...dei papà burberi ne avevamo parlato tempo fa! Sorrisi rari, ma che mi fanno una tenerezza! Un bacione a te!
x Grazia: Un abbraccio calorosissimo anche a te, cara!Sono curiosa di sapere della tua vacanza!!