domenica 1 aprile 2012

Il tempo dei bambini

Dopo aver trascorso alcuni giorni al mare, dove ho rivisto dopo quasi tre anni mio fratello, mia cognata e mia nipote, e dopo aver osservato mia figlia e ia nipote giocare sulla spiaggia, ho deciso di riportare alcune riflessioni che galleggiavano nella mia mente da un po'.
Girovagando tra blog e siti di mamme ed insegnanti, in questi ultimi mesi ho avuto modo di vedere tanti bellissimi e fantasiosi lavori creativi da fare con i bambini. Stimolanti, colorati, utili, capaci di sviluppare competenze ed abilità manuali e non. Insomma, tante volte mi sono ritrovata a pensare a quando anch'io potrò coinvolgere la mia piccola in qualcosa del genere, perchè penso siano esperienze che arricchiscano entrambe e che lascino il segno. Ma... C'è un ma. Riflettevo sul tempo dei bambini. Nel mondo occidentale di oggi il tempo dei bambini è ridotto, compresso, serrato in ritmi, orari, attività. Scuola, inglese, danza, calcio, ripetizioni, ecc. Lo spazio ed il tempo lasciato al gioco libero, spontaneo del bambino è logorato sempre più da una scansione che diviene simile a quella delle giornate frenetiche degli adulti. Questo modello di vita, fatto di una corsa tra un impegno e l'altro, ha ormai permeato anche l'infanzia. La vita dei bambini è stata adultizzata ed il loro tempo "libero" è spesso libero solo a parole.
Non vorrei un tempo così per mia figlia, così come non lo vorrei per me. Ovviamente le attività ed i lavoretti da fare con i bambini rientrano in un altro modo di condividere il tempo con i propri figli, tuttavia penso che non si debba "abusare" neppure di questo tempo.
Credo sia bello e formativo anche lasciare ai bambini il proprio tempo, la libertà di scegliere di oziare e come oziare, perché a volte l'ozio, inteso in senso positivo, penso possa essere creativo e aprire la mente.
A tal proposito ho avuto modo di leggere il contributo di Milena Gammaitoni ad una conferenza sul tema del rapporto fra infanzia e società, nel quale parla brevemente della figura di Lou Andreas Salomè, scrittrice, musa ispiratrice di Nietzche e di Rilke, allieva e collaboratrice di Freud, con riferimento particolare ai suoi ricordi d'infanzia ed alle sue riflessioni in proposito.
Mi sono piaciute in particolare queste parole: " La creatività, la fantasia del bambino, spiega Salomè, non si maturano solo nell'azione, nel conseguire un risultato immediato e materiale, pratico, bensì nel diritto alla contemplazione, alla solitudine, all'elaborazione fantasiosa della propria identità, ciò che viene spesso negato da genitori, insegnanti, da tutti coloro che hanno un compito di socializzazione, di protezione e controllo del bambino. Lo si nega perché questo è un lavoro  che non appare fisicamente, e in una civiltà sempre più materialistica, il lavorio solitario e la creatività fantasiosa, catartica, anche oziosa, non possono essere apprezzate, né concepite." (Tratto da "Per un'idea di bambini", a cura di M. D'Amato, Armando Editore, Roma, 2008)

Mi sono ritrovata pienamente in queste riflessioni e ho avuto modo di ripensare anche alla mia infanzia. Nella mia mente si sono impressi in maniera indelebile alcuni lavoretti fatti con mio nonno materno, per esempio le statuine di creta plasmate con la terra trovata nell'orto o la raffigurazionesu un foglio di carta di un orologio fatto con filo colorato, perline e colla. Le statuine di creta, in particolare, sono divenute nel tempo uno dei simboli della mia infanzia e, anche se so perfettamente che il tempo le ha distrutte rapidamente, è come se esse fossero ancora lì dove le ho lasciate, in un luogo fuori dal tempo. Questo mi fa capire l'importanza di questi momenti di creazione che avvicinano adulti e bambini, il significato che possono assumere agli occhi di un bambino, la loro preziosità nella formazione della personalità.
Al tempo stesso, però, ricordo anche i lunghi momenti in cui potevo giocare, sognare, correre liberamente, senza  nessuno che decidesse per me come passare il  mio tempo. In quei frangenti pensavo tanto, immaginavo, plasmavo inconsapevolmente il mio io futuro sui miei sogni.
Ben vengano allora i lavoretti con mia figlia quando sarà più grande, ma senza dimenticare di lasciarla anche libera di sognare, di  fare e di essere ciò che le permetterà di sentirsi davvero se stessa.

10 commenti:

Laura ha detto...

Meraviglioso post Tamara, come sempre, concordo in pieno con te che sai sempre trovare le parole giuste!!!
ANche io ritengo che sia importante lasciare liberi i bambini, per questo non mi piace che a tre anni debbano fare già due attività extra-scolastiche, la vita è tanto lunga e di tempo per correre qua e la ne avranno anche troppo lasciamo loro godere dell'infanzia ...io ti posso solo raccontare la mia esperienza, io adoro fare lavoretti (adesso che ho anche il blog starei li tutto il tempo)ma mi rendo conto che la mia piccola non è come me, io propongo (generalmente uno ogni pomeriggio che sto con lei, cioè 3)poi lei decide, ci sono giorni che ha voglia di fare mentre altri no e va benissimo così....spero che crescendo ricorderà acnhe lei i nostri bei momenti passati a fare lavoretti!!!
un bacione!!

cristina ha detto...

è molto bella questa riflessione Tamara, io mi ricordo di molti momenti passati a fantasticare, tra una lettura e un gioco, magari sopra l'albero di ciliegie a sognare ad occhi aperti...ecco anch'io penso che quei momenti di pace e immaginazione tutti miei mi sono rimasti dentro...
e così sarà anche per i nostri figli!
Un caro saluto e grazie per gli auguri che mi hai lasciato!!

Tamara ha detto...

X Laura: grazie per essere passata e per aver condiviso la tua esperienza. Sono sicura che la tua bambina se ne ricorderà. Sei un vulcano di progetti e idee! Vedrai che questi momenti condivisi con te saranno per lei un bellissimo ricordo! Un abbraccio!

X Cristina: grazie per le tue parole e i tuoi ricordi. Un abbraccio!

maris ha detto...

Non potrei aggiungere altro a ciò che hai scritto tu Tamara, sono perfettamente d'accordo con te.
Anche le attività fatte a casa per stimolare i bambini e per passare del tempo in loro compagnia credo debbano avere un limite, lasciando uno spazio solo "loro" ai nostri figli, dove stare senza far nulla o saltare o abbracciare i loro peluches o comunque una cosa qualsiasi senza il nostro intervento.
Spero che questo commento venga salvato, sono giorni che non risco a scriver qui da te :-(

Un abbraccio forte,
Maris

Tamara ha detto...

Cara Maris, grazie! Mi spiace tu non sia riuscita a lasciare i commenti. Speriamo si risolva! Un bacione!

Valentina ha detto...

Ciao Tamara, io non ho bambini ma ho letto e condiviso il tuo post. I bambini di oggi, o perlomeno la maggior parte di loro, sono più impegnati di un adulto e per quello che posso osservare tra i nostri conoscenti, sono bambini stanchi! Scuola, piscina, calcio, tennis, corso di inglese, danza, catechismo, feste di compleanno...e dormono in macchina tra un trasferimento e un altro! Non hanno tempo per fantasticare, per inventare un gioco, per stare seduti in giardino sull'erba a guardare il cielo come facevamo noi "grandi" alla loro età! Non hanno tempo per capire che cosa vorrebbero fare o cosa gli piace di più. E mi chiedo: se potessero scegliere, sceglierebbero questo o una bella merendina in tuta e pantofoline in casa? Quanto di tutte queste attività è voluto dai figli e quanto dai genitori? Le attività extra scolastiche servono a socializzare, a muoversi di più, ma secondo me basterebbe una volta a settimana e scelta dal bambino. Troppi impegni stancano anche un bimbo e non lasceranno in lui nessun segno. Invece credo che coinvolgere i figli già da piccoli nelle attività dei genitori sia diverso: fare un dolce o un regalino per un amichetto assieme alla mamma, frugare nella cassetta degli attrezzi assieme al papà sono quelle cose che non dimentichi più! Ma qui ci ricolleghiamo ad uno dei temi a te più cari: tutto questo non è dovuto all'esibire le proprie possibilità? Io posso più di te e allora i miei bambini fanno piscina, calcio, danza, judo, basket...ecc. Una volta sentì dire da Massimo Ranieri: "Ringrazio i miei genitori per avermi fatto nascere povero...ho imparato a cantare."

ha detto...

Condivido il tuo pensiero.

Il tempo dei piccoli è troppo normato e arrivano stanchi e stresssati a tutto. Lo vedo ai giardinetti dove frotte di bimbi - e solo fino a una certa età - arrivano e vanno via in orari precisi, salvo pochissime eccezioni, anche quella è diventata un'attività da svolgere in orari e tempi precisi (e solo quando c'è il sole, da primavera a inizio autunno!). All'estero è tutto diverso. Anche nelle scuole i bimbi sono più spesso all'aperto e hanno molto tempo per giocare in autonomia (vicino a me c'è un asilo inglese, sono sempre in giardino...e l'ho visto anche quando abbiamo seguito il marito per il suo lavoro)

Sul mio blog ci sono pochi lavoretti perchè in realtà più spesso eSSe gioca per suo conto e fa quello che preferisce. E' difficile trovare un equilibrio, perchè vorresti dare il meglio, passare tempo di qualità, dare input, trasmettere abilità, ecc ecc. però effettivamente il rischio è di soffocarli, di abituarli a ritmi da adulti anzitempo.

Grazie per questa tua riflessione.
ciao!

Tamara ha detto...

X Valentina: sono d'accordo con te. Anch'io penso che loro probabilmente preferirebbero starsene a casa se solo non li si condizionasse fin da piccolissimi con l'idea che più cose fai, più sei degno di nota. Come dici tu, purtroppo si tratta spesso di un'esibizione di possibilità e, credo anche, di esaltazione della competizione, che in dose giuste non fa male, ma che ad alcuni caratteri può anche creare problemi in termini di frustrazione. Un po' di semplice contemplazione e dolce far niente a volte non guasterebbero...

X Cì: il fatto che i bambini all'estero siano più lasciati liberi di giocare all'aperto, li rende anche, a mio avviso, più autonomi e capaci di giocare e relazionarsi con gli altri coetanei ed anche meno "isterici". I genitori stranieri sembrano meno ansiosi quando i loro figli giocano all'aperto ed i figli appaiono più sereni. Ne ho avuto un esempio diretto al matrimonio di un amico con una ragazza danese. Tra gli invitati al pranzo in giardino c'erano molte famiglie con bambini piccoli ed io, ancora non mamma, mi preparavo ad una giornata di urla tremende. Invece, inaspettatamente, i bambini hanno giocato tutto il tempo senza urla e schiamazzi, arrampicandosi sugli alberi, ridendo, rincorrendosi, senza ansie da parte dei genitori. E' stata proprio una giornata in presa diretta con un differente modello educativo.

Anonimo ha detto...

Ecco, finalmente trovo il tempo per una rilfessione su questo tuo post, che trovo molto interessante e sui cui contenuti mi trovo molto d'accordo.
Il tempo per la noia, aimhé, non è contemplato nella tabella dimarcia dei bambini italiani: vedo tante persone cercare di concentrare più attività possibili nel calendario settimanele dei propri figli. In tanti mi dicono: è lui a chiederlo, ma sono del parere che a un bambino non possa essere data la responsabilità dell'organizzazione del proprio tempo.Per quello ci sono i genitori, che dovrebbero organizzare i ltempo dei figli sulla base sì dei loro gusti, ma anche del buon senso.
Il tempo libero non è mai tempo sprecato: dovrebbe essere inserito nel calendario settimanale dei propri figli in proporzione pesata rispetto al resto.
Sono una ferrea sostenitrice del tempo per fare nulla, quello da autogestire, quello per annoiarsi: personalmente è da questo tempo che colgo ispirazione e idee per creare: e ho splendidi ricordi della mia infanzia di pomeriggi di tempo autogestito, quelli da cui sono usciti i miei "giochi" migliori.
Parlando della mia esperienza con mio figlio, Pietro ha i tempi molto serrati in settimana, ma lasciati totalmente liveri nel week end: mi piace vederlo decidere a cosa giocare e, ultimamente, a coisa sfogliare.
Ce la farò a tenerlo così libero anche negli anni a venire?
Spero di sì!

Tamara ha detto...

Ciao Grazia! Grazie della tua riflessione. So che gli impegni degli adulti spesso costringono i piccoli ad adeguarsi, quindi immagino che la settimana di Pietro debba essere per forza strutturata.
Quello che più mi inquieta, infatti, è il pensiero che si debba programmare anche il tempo libero, come una casella da inserire nella tabella settimanale delle cose da fare. Non mi riferisco alla tua esperienza, ovviamente. Era un riflessione generale sul sistema che l'uomo occidentale ha inventato e in cui è rimasto ormai incastrato.
Spero tu riesca a tenere Pietro libero anche negli anni a venire, anche se quando i bambini vanno a scuola sono poi portati a voler fare più attività perchè le vedono fare agli amichetti... Però speriamo lo stesso!! ;) Bacio