Mi domandavo come iniziare questo mio blog, con la preoccupazione di riuscire a scrivere qualcosa di interessante. In questi giorni, infatti, sto curiosando tra moltissimi blog bellissimi ed incredibilmente pieni di idee originali, al punto da farmi sentire piccola piccola e quasi insignificante.
Poi ho pensato che non dovevo scrivere per forza qualcosa di interessante per gli altri. Non è questa la ragione per cui ho deciso di iniziare a tenere questa specie di diario di bordo. Ho deciso di farlo per me stessa e, pertanto, oggi scrivo del mio senso per la neve, espressione che riprendo da un libro che ho letto e che non mi è piaciuto, "Il senso di Smilla per la neve" di Peter Hoeg, se non per il titolo e per ciò che esso sta a significare.
Questa notte ho sognato che era caduta la neve e che, al risveglio, in quell'atmosfera sospesa che precede l'alba, tutto era diventato bianco e silenzioso.
Purtroppo dove vivo ora la neve non cade quasi mai. E' un evento raro che porta scompiglio nelle strade per un po', per poi scomparire velocemente.
Immancabilmente ogni inverno mi ritrovo a sentire una profonda nostalgia per la neve (pur ricordando i disagi che comportava nel luogo dove abitavo in passato), un bisogno fisico di vederla e toccarla.
Ricordo che al risveglio, al mattino, mi accorgevo subito se durante la notte era nevicato: si avvertiva un silenzio irreale, i pochi suoni erano ovattati, lontani. Il mondo sembrava fermarsi, sospendersi. Il cielo assumeva un colore peculiare, il colore del cielo da neve. Da quel colore, dall'odore che si respirava, dalla temperatura e dall'atmosfera che pervadeva l'aria, si capiva quando stava per nevicare.
Mio padre diceva che se si guarda verso il cielo mentre nevica, si ha l'impressione di volare. Nella mia mente ancora volo fra i fiocchi di neve che scendono e che ricoprono i miei ricordi.
Pupazzi di neve enormi per una bambina, in cui si scavava un piccolo tunnel per passarci dentro; i sacchetti di plastica usati come slittini per scendere giù dalle colline innevate; la neve che cadeva a mezzanotte nella notte di Natale; le impronte delle zampette dei passeri appena accennate tra il bianco; il sapore indefinibile ma buonissimo della neve fresca; tirarsi le palle di neve ridendo e cadendo a terra, bagnati ed infreddoliti del freddo particolare che dà la neve quando inzuppa i vestiti; le briciole di pane lasciate per gli uccellini da mia mamma su un vassoio di plastica posato sul terrazzo; mio nonno che raccoglie la neve in una vasca per portarmela in casa una volta in cui ero malata e non potevo uscire; le colline e le montagne innevate che sembravano ancora più distanti ed irraggiungibili, perdute in un mondo di fiaba che viveva nella mia fantasia.
Questo e molto altro mi sovviene alla mente in questo giorno ed ogni volta che la nostalgia della neve mi prende, mi ricordo di un dipinto di Pieter Bruegel del 1565, "Cacciatori nella neve".
Io credo che il silenzio che si respira in questo dipinto, il freddo pungente che traspare dai suoi colori e le lontanze fumose ed indistinte del paesaggio che raffigura, incarnino in qualche modo il mio senso per la neve, il mio archetipo dell'invermo.
2 commenti:
Ciao Tamara! Grazie per essere passata da me a commentare il mio post di questo venerdì del libro particolare, che cadeva proprio nel Giorno della Mewmoria.
Ho pensato di ricambiare la visita e avendo visto che il tuo è un blog "neonato" ho voluto sapere subito qualcosa di più di te e perciò sono vunuta qui....al principio di tutto.
Che dirti....scrivi in modo bellissimo, coinvolgente. Io vivo tra i monti dell'Irpinia e so bene cosa significa svegliarsi tra la neve che rende tutto "ovattato" e soprattutto so com'è il cielo da neve...assolutamente inconfondibile.
Ora leggerò anche gli altri tuoi post e in particolare il post con cui hai partecipato al tuo primo venerdì del libro e di certo tornerò a trovarti spesso, se ti farà piacere.
Ciao,
Maris
Grazie di cuore Maris, il tuo commento mi ha commosso. Mi ha fatto veramente piacere che tu sia passata e spero davvero che tornerai in futuro.
Passerò anch'io a trovarti.
Intanto ancora grazie e a presto!
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