venerdì 9 marzo 2012

A che gioco giochiamo

Oggi voglio parlare di "A che gioco giochiamo" di Eric Berne. Non si tratta di un libro sui giochi dei bambini, ma sui giochi degli adulti, giochi che hanno a che fare con il divertimento, ma con i comportamente e gli atteggiamenti che abitualmente assumiamo nella nostra vita.
Per motivi di studio mi sono imbattuta nell'analisi transazionale e, avendo trovato l'argomento interessante, ho deciso di approfondire.
Una breve premessa su cosa sia l'analisi transazionale: è un tipo di analisi terapeutica che si basa sullo studio delle transazioni, ovvero dello scambio di carezze. Le carezze sono intese non come solitamente intendiamo la carezza, ma come un atto che implica il riconoscimento di un'altra persona; in pratica è la base delle relazioni sociali tra le persone.
Il libro, almeno nell'edizione che ho preso in biblioteca e che è un po' vecchia, presenta una interessante introduzione di Furio Colombo, in cui si chiarisce l'intento del testo, ovvero riconoscere il gioco che stiamo giocando e quindi il ruolo che ci siamo assegnati o che ci è stato dato da altri, per liberarcene e "guarire".
Il testo si divide poi in tre parti: la prima spiega cos'è l'analisi transazionale e cosa sono passatempi, rituali e giochi (sempre nel senso riferito sopra); la seconda presenta vari esempi di giochi; la terza spiega l'importanza dei giochi, ma, soprattutto, della conquista dell'autonomia.
Alla base delle riflessioni vi è la constatazione che in ognuno di noi vi sono diversi Stati dell'io, che ci fanno cambiare atteggiamenti, punti di vista, voce, vocabolario ed il comportamento in generale, ovvero: Genitore, Adulto, Bambino. Ognuno di questi Stati ha un'importanza fondamentale per l'organismo. Il Genitore ricorda le figure dei genitori che abbiamo avuto, in senso positivo e negativo; l'Adulto è quello che ci fa vedere la realtà in maniera obiettiva ed il Bambino, se naturale e non condizionato, rappresenta l'intuizione, la spontaneità e la creatività.
L'analisi transazionale individua quale Stato dell'io attiviamo in vari tipi di transazioni. Il discorso poi diviene un po' complesso, perchè entra nel dettaglio dei vari tipi di transazioni, ma, per capire di che si parla, un esempio è quello del marito che chiede alla moglie dove sono i suoi calzini. La moglie può rispondere con il suo Adulto e dire che non lo sa e che forse stanno nel cassetto, oppure rispondere che è ora che lui badi alle sue cose e a parlare è il suo Genitore interiore, oppure accusarlo di insinuare che lei non sistema le cose a dovere e, in questo caso, ad intervenire è stata la Bambina.
La parte centrale del libro, che speravo fosse la più interessante perchè presenta un'antologia di giochi, in realtà è un po' macchinosa, perchè entra in dettagli terapeutici.
La sezione finale, invece, di poche pagine, è quella che mi è piaciuta di più e che mi ha stimolato varie riflessioni. Come dicevo, parla soprattutto dell'autonomia. E' la parte più luminosa del libro, rispetto al resto che disegna invece un quadro un po' cupo, anche se purtroppo realistico, di molti dei rapporti umani, chiusi a volte in una ritualità che si ripete all'infinito senza che vi siano scambi reali.
Cito: "L'autonomia si conquista quando si liberano o si recuperano tre capacità: consapevolezza, spontaneità e intimità." E ancora: "Consapevolezza significa capacità di vedere una caffettiera e di sentire cantare gli uccelli a modo nostro e non come ci è stato insegnato." Berne fa l'esempio del bambino che vede ed ascolta gli uccelli e ne è felice, poi il padre gli insegna a distinguere passeri da ghiandaie e questo è giusto, ma da quel momento il bambino non sarà più capace di vedere gli uccelli e di sentirli cantare senza distinguere passeri da ghiandaie.
Questo mi ha fatto venire in mente una cosa che mi disse il mio compagno le prime volte che mi indicava posizioni e nomi di stelle e costellazioni. Disse che gli dispiaceva di non poter vedere più le stelle come le vedevo io, cioè solo stelle, sparse nel cielo, mentre lui, inevitabilmente, vedeva i disegni delle costellazioni ed individuava i vari astri a colpo d'occhio, perdendo così il piacere di osservare solo e semplicemente la bellezza della volta celeste. (Per fortuna io, che pure amo guardare stelle e costellazioni con lui ad occhio nudo e al telescopio, continuo a non riuscire - o forse è uno sforzo consapevole? - a memorizzarle tutte, a parte le principali e quelle che conoscevo già da bambina.)
Tornando al discorso sull'autonomia, a proposito della consapevolezza Berne dice ancora: "La persona consapevole è viva perché sa che cosa prova, sa dove si trova e quale momento vive. Sa che quando sarà morto gli alberi ci saranno ancora e lui no, e perciò vuole guardarseli e goderseli il più possibile."
A tal proposito riporta un aneddoto che voglio ricordare:
"C'era una volta un cinese che andava a prendere la sotterranea; il compagno bianco gli disse che avebbero risparmiato venti minuti con l'espresso, e così presero l'espresso. Quando uscirono al Central Park, il cinese si sedette tranquillamente su una panchina. L'altro lo guardò, sorpreso. -Be'-, gli spiegò il cinese, -visto che abbiamo risparmiato venti minuti, possiamo starcene seduti un po' qui a goderci il parco.- " L'aneddoto direi che si commenta da sé.
La riflessione di Berne continua poi su spontaneità ed intimità, che si raggiungono con la liberazione del nostro Bambino. L'autore argomenta sul tema dell'adattamento che ognuno di noi attua rispetto all'insegnamento dei genitori. E' qui che la riflessione mi agita mille pensieri, perchè Berne ricorda che i genitori insegnano ai figli come comportarsi, pensare, sentire e percepire, in maniera più o meno premeditata e che magari con le migliori intenzioni, e che ogni individuo può affrancarsi solo quando raggiunge l'autonomia, cioè quando diventa capace di consapevolezza, spontaneità, intimità, che gli permettono di distinguere quali insegnamenti deve accettare e quali respingere. Penso allora ai miei genitori e a quante cose dei loro insegnamenti ho fatto mie, ma anche a quante di esse ho dovuto faticosamente respingere per non avere paure, incertezze e comportamenti che ritenevo non consoni con me stessa. Ovviamente la riflessione si spinge a considerare ciò che io insegnerò a mia figlia, ciò che lei deciderà di portare con sé nel suo futuro e cosa invece dovrà o vorrà respingere per essere se stessa fino in fondo.

Con questo post partecipo al Venerdì del Libro.

13 commenti:

Perdin.Dirigente ha detto...

Consapevolezza significa capacità di vedere una caffettiera e di sentire cantare gli uccelli a modo nostro e non come ci è stato insegnato. Questa frase mi fa molto riflettere: questa è la vera originalità, fare proprie le cose che ci sono state insegnate, che vanno rielaborate in modo personale e quindi consapevolmente assunte, non "bevute" senza criticità.

Tamara ha detto...

Sì, Palmy, anche a me ha fatto riflettere molto questa frase ed è quella che mi è piaciuta di più, perchè come genitore e come insegnante posso insegnare tante cose, ma la cosa più importante da trasmettere è proprio questa.

Anonimo ha detto...

Ma che bel libro mi hai permesso di conoscere, la mia lista desideri si allunga decisamente!

Tra l'altro ho un debole per la psicologia transazionale, che ho approfondito con diverse letture diversi anni fa: che dico diversi, ora che ci pesno si tratta di almeno 13 o 14 anni...il tempo passa troppo velocemente!

Mihai pure dato uno spunto per parlare di un particolare che ricordo di quel periodo ;-)

maris ha detto...

Certo che è una lettura che porta alla riflessione e all'esame di coscienza, eh?
Ho sentito parlare più volte della'analisi transazionale, ma non ho mai approfondito l'argomento.
Io leggo raramente saggi e libri del genere, devo ammetterlo, mi appassionano poco (è un mio limite, lo so...), ma terrò presente il tuo libro di oggi perchè lo hai presentato prorio bene e perchè se ha interessato te vuol dire che merita!

PS: ho seguito un tuo suggerimento passato e ho preso "La mia famiglia e altri animali" sai? Presto lo leggerò e ne parlerò anche io sul blog!!

Anonimo ha detto...

Ciao Tamara, che bella la tua recensione, gli esempi le citazioni e le tue disgressioni sul cielo!
Il libro lo lessi molti anni fa, incuriosita perche' per lavoro stavo frequentando un seminario, nel corso del quale l'analisi transazionale, e questo testo venivano spesso citati. Incuriosita acquistai il libro, ma ora, a distanza di tanti anni, alcuni ricordi grazie a quel che ho letto qui da te sono riemersi. Un abbraccio Michela

Anonimo ha detto...

Assolutamente da conoscere! ho apprezzato molto il tuo post, interessante e chiaro. e' capitato in un momento 'personale' per cui calza benissimo! veramente hrazie, oggi passo in biblioteca. alessandra

ha detto...

Ciao Tamara,
grazie per questa bellissima recensione. Penso che lo recupererò. E' un libro che ho visto mille volte e non mi ha mai attratta, ma perchè pensavo parlasse di altro. Sono molto curiosa di leggerlo. Sono temi che ho sfiorato nei miei studi universitari e personali di recente. E' tempo di approfondire. Mi ha fatto molto riflettere quello che hai scritto sulla visione spontanea del mondo. Io sono una di quelli che riconosce le costellazioni e quasi si è sentita spersa, ma anche emozionata ed incredula, vedendo un cielo diverso nell'altro emisfero. Questo apre in me molte riflessioni. Grazie!

Stefania ha detto...

Un libro davvero interessante, così come lo sono le tue riflessioni in merito.

Valentina ha detto...

Grazie per questa bellissima recensione. Mi hanno molto colpita gli stati dell'Io Genitore, Adulto, Bambino...sono sicura che d'ora in poi farò caso al mio modo di reagire alle situazioni...sarò genitore, adulta o bambina? Grazie ancora una volta!!! Valentina

mammozza ha detto...

Ho dovuto leggere un testo sull'analisi transazionale quando mi preparavo per sostenere gli esami per l'abilitazione all'insegnamento. Sicuramente un tema affascinante ma fuori dal mio campo di attenzione, ossia troppa fatica per decifrare vocaboli e temi completamente estranei ai miei studi.

Catia ha detto...

Non posso non dare un'interpretazione yogica a quanto hai scritto, visto che la parola chiave dello yoga è "consapevolezza".
Grandissimo l'aneddoto del cinese. Dovremmo imparare a fare questo più spesso.
Mi ha fatto riflettere molto la tua ultima frase risetto a ciò che i nostri figli porteranno con sè di ciò che insegnamo loro e di ciò che invece respingeranno per essere veramente se stessi. Un punto di vista che io non avevo mai considerato, ma sotto questo aspetto come mamma sono un po' una frana,
Grazie delle belle riflessioni!

Tamara ha detto...

X Grazia: il libro è interessante, ma come scrivevo nel post, la parte centrale è un po' pesante. Volevo leggere "Ciao... e poi?", sempre di Berne, ma in biblioteca non c'era.
Sì, il tempo passa decisamente troppo in fretta...

X Maris: anch'io in realtà leggo raramente saggi, anche se spesso ne sono tentata. Questa volta mi sono decisa ed il libro mi ha soddisfatta a metà. Purtroppo la terza parte è troppo breve.
Aspetto invece di sapere che ne pensi de "La mia famiglia e altri animali"!! Sono contenta che tu l'abbia preso!

X Michela: grazie! L'argomento è interessante e mi piacerebbe leggere altro. Sicuramente fa pensare ai nostri modi di comportarci e a come spesso cadiamo in modelli di comportamento senza rendercene conto. :)

X Alessandra: grazie a te per essere passata. Se vai in biblioteca, puoi cercare anche "Ciao...e poi?" dello stesso autore.

X Cì: sono contenta che ti sia piaciuta e che ti abbia chiarito l'argomento del libro. Ha colpito molto anche a me la riflessione sul modo di vedere il mondo condizionato o spontaneo. Spesso non ci si pensa, ma la nostra visione è profondamente condizionata.
Non ho avuto la fortuna di vedere il cielo dell'altro emisfero, ma spesso mi capita di parlarne con il mio compagno, perchè, come dici tu, deve essere disorientante ed emozionante al tempo stesso. Come scrivevo nel post, io riconosco stelle e costellazioni principali e mi affascina vedere il mio compagno che le riconosce e che me le indica. Forse è per non perdere questo piacere che la mia mente non si decide ad impararle tutte. :)

X Stefania: grazie mille di essere passata!

X Valentina: grazie per le tue parole! Gli Stati dell'io sono affascinanti. Inoltre ci sono diversi tipi di Genitore e Bambino, da cui dipendono i nostri comportamenti. Magari in futuro ne riparlerò. :)

X mammozza: questo testo è piuttosto divulgativo, a parte la sezione centrale che è un po' più da addetti ai lavori. :)

X Catia: fa pensare molto l'idea che non tutto quello che noi riteniamo giusto e buono e che cerchiamo di trasmettere ai nostri figli, sarà poi fatto proprio da loro per portarselo con sé nella vita. Eppure credo sia inevitabile ed anche "giusto". Grazie a te per essere passata!

maris ha detto...

Ciao Tamara! Tutto bene?
La mia lettura del libro di Durrell è iniziata, sono quasi alla metà del testo e posso già dirti che mi sta molto piacendo nonchè divertendo, con quei siparietti deliziosi con protagonisti i suoi bizzarri familiari :-)
Ciao e buon fine settimana!